ATTICUS ROSS, LEOPOLD ROSS & BOBBY KRLIC, Almost Holy: Original Motion Picture Soundtrack

Almost Holy” è un documentario incentrato su di un pastore protestante ucraino, Gennadiy Mokhnenko, che toglie bambini orfani che sono finiti per la strada – e che già si bucano – e li riabilita presso il suo istituto. Mokhnenko è un gigante buono che ha l’appoggio popolare e del sindaco della sua città, tanto che riesce a far arrestare persone o a far impedire che le farmacie vendano determinati prodotti simili alla morfina, che poi arrivano per le vie traverse a dei minorenni. Vediamo creature in età da scuola elementare con le braccia martoriate dalle siringhe e a tutto pensiamo tranne che al lato oscuro di quest’uomo. Mokhnenko, alla fin fine, è un vigilante, un quasi santo fregato da quel quasi. Si muove fuori dalla legge o in assenza di legge: un po’ padre, un po’ patrigno, a volte poliziotto, a volte più che poliziotto, ad esempio quando si mette contro genitori disfunzionali (gravemente disfunzionali, in un contesto socioeconomico allucinante) e toglie loro i figli pur non avendone l’autorità. La pellicola termina con l’intervento militare russo in Crimea, che ha ripercussioni anche sulla città di Mariupol’ dove si trova l’istituto di Gennadiy, un momento in cui la Storia si mangia la storia (e lui si rende conto, senza mollare, di essere uno che sta svuotando il mare con un secchio).

Al servizio di questo racconto molto forte, nelle pause in cui quest’uomo determinatissimo e controverso non parla di ciò che fa e magari e si trova davvero in azione sulle strade a salvare la vita di qualcuno, si inserisce la colonna sonora curata da Atticus Ross (il braccio destro di Trent Reznor, col quale ha vinto l’Oscar per “The Social Network”) insieme al fratello Leopold Ross. Accanto a loro, ma separatamente, Bobby Krlic, cioè The Haxan Cloak. L’album pubblicato da Sacred Bones ospita anche musica che non si sente nel documentario, ma del resto, come afferma Atticus Ross stesso, non aveva senso rubare la scena a Gennadiy e non era nemmeno giusto assegnargli un tema ricorrente, che non c’è nonostante le parti melodiche di questo score possiedano una loro coerenza. Le tracce firmate dal solo Krlilic possiedono la sua caratteristica gravità, si collocano maggiormente sulle basse frequenze e risultano molto più cupe e dense. In una fase successiva i tre autori si sono incontrati e credo che i Ross abbiano in qualche modo fatto attenzione all’impatto fisico dell’insieme, assecondando il loro socio, ma non vorrei sovra-interpretare: alla fin fine sono loro due ad avere la maggior parte dei pezzi, il cui sound – sempre elettronico, of course –  risulta molto più levigato, eclettico e “musicale”. Viene fuori inoltre la capacità di Atticus di costruire una ragnatela di beat per commentare le scene più movimentate. È un po’ come se la produzione avesse voluto assicurarsi il risultato con un nome oggettivamente di altissimo profilo, ma – avendo in mano un documentario e non un blockbuster con Will Smith – avesse scommesso anche su un giovane con una proposta più estrema. Il risultato è buono, sia chiaro, ma a momenti non troppo coraggioso.

Tracklist

01.  One Block Further – Atticus Ross & Leopold Ross
02.  Punching Bag – Atticus Ross & Leopold Ross
03.  Intervention – Bobby Krlic
04.  Wild Moose – Atticus Ross & Leopold Ross
05.  Pharmacies – Bobby Krlic
06.  Mokhnenko – Atticus Ross & Leopold Ross
07.  Distance – Atticus Ross & Leopold Ross
08.  Coursing – Bobby Krlic
09.  Graves – Atticus Ross & Leopold Ross
10.  The End – Bobby Krlic