ATRIUM CARCERI, Metropolis

Atrium-Carceri

Il primo disco di Simon Heath che ho ascoltato approfonditamente è Kapnobatai del 2005. Prima avevo solo sentito alcuni pezzi regalati dalla Cold Meat Industry, quando Atrium Carceri era un po’ una delle nuove stelle dell’etichetta svedese. Sono già passati dieci anni, nei quali Simon ha continuato imperterrito a crearsi intorno quello che prima abitava solo la sua immaginazione, dando vita alla Cryo Chamber e fondando un nuovo progetto, Sabled Sun. Sia nel caso di quest’ultimo, sia in quello di Atrium Carceri, ha pensato a un mondo intero al quale fare una colonna sonora. Per farsi un’idea bisogna pensare ai giochi di ruolo (e ai videogiochi, vedi The Old City), universo al quale la sua musica viene spesso e volentieri accostata: i personaggi e la “partita” possono svolgersi in un contesto già conosciuto e riutilizzabile all’infinito, ad esempio (classico) la Terra di Mezzo di Tolkien. Con Sabled Sun siamo proiettati in un futuro post-apocalittico, mentre con Atrium Carceri, piano piano, abbiamo capito di muoverci intorno a una “metropolis” misteriosa e abbandonata (?), finalmente qui protagonista principale. È davvero sconvolgente – in un periodo ultrasuperficiale – la costanza con la quale tutto questo viene lentamente scolpito, un pregio che non può che indurmi a parteggiare per Simon a prescindere da quanto bello o brutto sia il risultato. Atrium Carceri, tanto per dire, non è mai stato il mio numero uno, ma anche in questo disco trovo tanti buoni colpi, pur in ambientazioni di cui non sono fanatico: il campione del vento che si incrocia con le atmosfere tipo Desiderii Marginis di “The Gargantuan Tower”, il suono pieno e avvolgente di “Across The Sea Of The Dead”, il mesto scampanellio di “Decrepit City”…

Atrium Carceri, in buona sostanza, non avrebbe nemmeno bisogno di recensioni, perché con internet ha scavalcato ogni possibile “intermediario” e ha dato vita a un suo ecosistema di fan e appassionati. Mi riesce difficile immaginare che qualcuno scopra Metropolis e da qui si appassioni a questo dark ambient con ambizioni cinematografiche, ma mi riesce altrettanto complicato pensare che chi già segue queste sonorità non se lo porti a casa.