Artelettronica music review #2

In questa seconda puntata di Artelettronica Music Review troviamo interessanti novità nella scena techno, come la nuova collaborazione su Stroboscopic Artefacts o il nuovo progetto di Crisci. C’è spazio anche per un po’ di electro con il nuovo album su Killekill.

UMWELT, Days Of Dissent (Killekill, 2016)

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Dopo un periodo un po’ buio, questa sembra essere un’annata di crescita per il genere electro. Tra le tante release è un must parlare dell’ultimo lavoro di Umwelt, artista di Lione owner di due etichette (New Flash e Rave Or Die) e autore di tre album e moltissimi ep. Il francese è in attività da quasi due decenni, la sua musica è precisa e ben definita, caratterizzata esclusivamente da bass, kick e snare di strumenti analogici. L’album è in uscita sulla berlinese Killekill di Nico Deuster, è intitolato Days Of Dissent e contiene otto tracce: le prime si muovono attorno ai classici suoni della 808, con ritmi breakbeat accompagnati da melodie dark, la quinta, “Company Of Lies”, è la più energica, trasmette un segnale irruente in una ritmica distorta e industriale e nei beat finali si iniziano a sentire le sonorità acid della 303, con un groove techno e bassi ridotti al minimo.
L’intero lp è altamente consigliato, anche il proprietario della Killekill dice che è uno dei migliori album che abbia mai avuto per le mani. Di certo non gli si può dar torto.

LUCY & RROSE, The Lotus Eaters (Stroboscopic Artefacts)

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Il nuovo ep su Stroboscopic Artefacts, nato dalla collaborazione tra Lucy e Rrose, fa decisamente per chi ama le produzioni techno più sperimentali. Il disco infatti contiene sonorità un po’ diverse, in parte distanti dal solito sound dell’etichetta, ma è comunque opportuno dedicargli un ascolto, anche perché i due hanno un background decisamente di spessore. Intitolato The Lotus Eaters, contiene quattro tracce: “Peeling” e “Stained Glass” sono pensate per il dancefloor, con bpm bassi, suoni psichedelici e molto ricercati; il primo e l’ultimo brano, “Chloroform” e “Foil Gardens”, sono un vero e proprio viaggio introspettivo composto da suoni distorti, ipnotici e drone.
È un disco che appare stranamente reale, un organismo che sembra sempre sul margine di una svolta euristica e il cui potenziale potrebbe anche essere sconosciuto persino ai suoi creatori.

Qui in ascolto.

RYUJI TAKEUCHI, Outbound To Inner Self (Inner Surface Music, 2016)

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Inner Music Surface, label techno degli AnD e Tom Dicicco, presenta un nuovo disco firmato da Ryuji Takeuchi intitolato Outbond To Inner Self. È uno tra gli artisti giapponesi più forti della scena techno contemporanea, ha più di vent’anni di esperienza nel campo della produzione e del djing, oltre a vantare una discografia qualitativamente ineccepibile.
Ryuji in questo ep non si smentisce, non crea un intro o un outro dai ritmi tranquilli ma quattro tracce pure techno allo stesso livello. I bpm sono sempre elevati, i kicks distorti, il sound industrial accompagnato da claps, snare e sonorità acid che ricordano i classici beat old school.
Un lavoro davvero eccellente per il giapponese, a nostro parere è un artista sottovalutato che ha sempre sfornato release di tutto rispetto.
Con noi si è reso disponibile per la sesta puntata del nostro podcast.

DOMENICO CRISCI, The Violinist (Summa Cum Laude, 2016)

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Domenico Crisci è un artista casertano d’impostazione techno che negli ultimi anni ha riscosso un notevole successo grazie a vario materiale pubblicato con etichette come Jealous God, L.I.E.S. o Russian Torrent. Ultimamente ha deciso di fondare la sua piattaforma personale Summa Cum Laude, ideata per i suoi lavori e come trampolino di lancio per nuovi talenti. A inaugurarla è ovviamente lui stesso con un ep intitolato The Violinist, composto da tre tracce prettamente techno. Lo stile di Domenico è parecchio “industriale” e dal groove spinto, e anche in questo caso riconferma la sua cattiveria: i tre brani hanno bpm veloci, sonorità metalliche, industrial, quasi hardcoreggianti, e la prima “The Violinist” rende bene l’idea di un violinista in preda ad un attacco epilettico.
Un ep spettacolare che fa iniziare nel migliore dei modi il nuovo progetto di Crisci.

PRIS, Love, Labour, Loss (Avian, 2016)

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L’artista britannico Jake Woodhouse aka Pris atterra nuovamente sulla Avian di Shifted e Ventress (pochi mesi fa, infatti, misero in tavola un disco di quattro tracce che ebbe un buon riscontro). Questa volta presenta un ep molto interessante, dal sound design dettagliato, con episodi sia d’ascolto, sia da dancefloor. Si intitola Love, Labour, Loss e propone sei tracce tra ambient, noise, IDM e techno dai bpm contenuti, accompagnati da sonorità dark e deep.
Un ep che esprime a pieno il concetto di qualità.

SHIFTED, Appropriation Stories (Hospital Productions, 2016)

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Lo scorso mese avevamo parlato di due nuovi dischi e della nuova sublabel di Shifted, menzionando anche il fatto che per due anni Brewer non aveva prodotto nulla. Dopo quest’estate, però, oltre ai due ep Six Steps To Resurgence e Drifting Over, ci delizia con un terzo lavoro, Appropriation Stories, un album di dieci tracce in uscita su Hospital Productions.

In questo caso è doveroso spendere due parole sul passato di Guy Alexander Brewer. La sua carriera inizia nei primi anni 2000, periodo in cui suona drum & bass con George Leving e Conrad Whittle (quest’ultimo dopo un breve periodo lascerà il gruppo) sotto l’alias Commix, pubblicando per la Metalheadz, una delle migliori etichette del genere. Nel momento in cui fonda Avian abbandona il progetto Commix, creando il nuovo moniker che ad oggi risulta essere uno dei migliori della scena techno. Appropiation Stories quindi fa riferimento al periodo precedente di Shifted, introducendo suoni e ricordi allo stile odierno.

Tornando all’album, questi dieci brani sono in grado di racchiudere un prodotto unico per gli amanti della musica techno. Atmosfere cupe, sonorità ipnotiche e ansiose in una ritmica non troppo veloce.

Un bel risultato per Hospital Productions.