AMALTHEA

Amalthea

Tre su quattro componenti della band rispondono alle nostre curiosità, l’altro membro del gruppo (Erik Skytt) non riesce a farlo, ma tanto ci basta per poter meglio comprendere con che tipo di musicisti abbiamo a che fare. Gli Amalthea sono una di quelle realtà che si muovono nel sottobosco hardcore con passione e dedizione, usando un linguaggio musicale che non ha mai mostrato particolari segni di cedimento, una perfetta sintesi di strutture metalliche e cadenze post-rock, mescolate ad una voce all’occorrenza di stampo “screamo”. La tedesca Moment Of Collapse garantisce per la loro proposta, visto che non a caso è una delle label odierne che meglio riesce a sondare questo terreno specifico negli ultimi anni, attraversando le varie nazioni del Vecchio Continente. Buona lettura.

La band ha incominciato nel 2004, ma è passata attraverso alcuni cambiamenti, parlateci degli anni passati e di quali sono stati gli eventi più importanti per voi come gruppo.

Simon Mellergårdh (chitarra): Non stavo suonando poi tanto, almeno prima che gli Yaphet Kotto (vi ricordate il catalogo Ebullition?, ndr) arrivassero a suonare nella nostra città nel 2003. Dopo questo evento sono stato invitato a unirmi agli Amalthea. Mi sono subito precipitato a comprare una chitarra.

Per Skytt (voce, chitarra): Cercavamo di fare qualcosa di diverso nella band, eravamo cresciuti fuori dal circuito hardcore e volevamo incorporare nel nostro suono influenze di gruppi come Yage, Orchid e Yaphet Kotto. Abbiamo cercato nuovi input per far si che ciò accadesse, così abbiamo chiesto a Simon di unirsi a noi e nel giro di un paio di mesi siamo arrivati a creare gli Amalthea come la band che abbiamo ancora oggi. In seguito, abbiamo realizzato alcune uscite con sonorità screamo/post-rock.

Jeremias Valsten (basso): Quando ho incontrato i ragazzi ai tempi degli Only For The Sake Of Aching, è stato anche l’inizio di una lunga amicizia, e Basti e Jens che facevano parte di quella band successivamente hanno avviato la nostra attuale etichetta, Moment Of Collapse.

Per Skytt: Dopo che siamo stati attivi nella scena “screamo” per qualche tempo, gradualmente ci siamo mossi verso un sound diverso per noi, più pesante ed orientato verso il post-rock, e ci siamo uniti alla Moment Of Collapse.

Quali sono i vostri sentimenti nei confronti dei primi lavori? State ancora seguendo lo stesso percorso o pensate che gli Amalthea stiano passando attraverso una fase nuova?

Simon Mellergårdh: Mi sento di aver chiuso con le vecchie canzoni, abbiamo già sperimentato con quello stile e ora non suoniamo più le cose passate. Siamo un gruppo che guarda sempre avanti e sentiamo di muoverci verso nuovi territori senza nessun vincolo dovuto alle nostre vecchie composizioni.

Per Skytt: Come ha detto Simon, noi siamo sempre in movimento attraverso fasi differenti, e questo nuovo album è una creazione completamente diversa in termini di songwriting rispetto alle vecchie registrazioni.

Ci parlate del titolo e dell’artwork del nuovo lavoro? È collegato alla vostra città e ai paesaggi del luogo? Vi sentite influenzati dal vostro paese e dalla sua natura?

Per Skytt: L’intero album è ispirato dal nostro tempo passato in uno studio in mezzo ai boschi, dove abbiamo registrato le basi dell’album partendo da zero. Ispirati dalla natura e da una sensazione di isolamento.

Jeremias Valsten: Nessuno di noi è cresciuto in una città, proveniamo tutti da piccole cittadine vicine alla natura svedese ed anche questo è parte dell’ispirazione di In The Woods.

La prima impressione che ho avuto ascoltando il vostro modo di comporre è che era veramente diretto e facile da approcciare, mentre andando un po’ più nello specifico diventa articolato e ben bilanciato. Cosa ci dite del vostro approccio nel creare nuove composizioni? Quanto avete lavorato durante la fase creativa?

Simon Mellergårdh: Non abbiamo mai realmente pensato a come potessero prendere forma le strutture delle canzoni, o in quale chiave una certa melodia dovesse andare. Accade e basta. Da quando abbiamo incominciato a suonare assieme, da circa dieci anni, raramente si è discusso di ciò che ci aspettavamo anziché basarci sulle nostre intuizioni ed emozioni nel creare musica.

Per Skytt: Il processo di scrittura di questo lavoro è stato il nostro più grande progetto fino ad oggi. Abbiamo avuto davvero molte influenze per le canzoni rispetto a prima, ci siamo permessi di tirare fuori nuove cose, e di lasciare più spazio alla sperimentazione. Non esitiamo mai nel riscrivere riff o parte di un brano se troviamo qualcosa di più interessante in fase di registrazione, anche se questo significa ritardare tutto prima che sia finito.

Amalthea

Sentite un collegamento/vicinanza a qualche scena specifica? Ci parlate della musica di oggi a Göteborg? C’è qualche nome che dovremmo cercare?

Jeremias Valsten: Non siamo mai stati molto attaccati ad alcuna scena più delle altre. Suoniamo soltanto in posti dove ci sentiamo a nostro agio e nel quale condividiamo gli stessi valori.

Per Skytt: Göteborg ha un sacco di differenti situazioni, alcune più grandi delle altre. Il post-rock e la scena post-metal non è che siano troppo vitali qui, ma quelle hardcore, indie e metal sono piuttosto grosse. Dovreste ascoltare i Blessings, che ci hanno invitati al loro release party: bravi ragazzi dal suono punk & sludgy.

Simon Mellergårdh: Se vi piace il post rock, dovreste ascoltare gli Hunt.

State andando in giro a supportare il nuovo album? C’è qualche possibilità di vedervi presto in Italia?

Simon Mellergard: Mi piacerebbe molto suonare in Italia!

Per Skytt: Stiamo programmando di suonare alcuni show e tour questa estate, ma non abbiamo ancora delle idee precise. Sarebbe la prima volta per noi in Italia e sarebbe fantastico riuscire a venirci questa estate!

Grazie mille per il vostro tempo, sentitevi liberi di aggiungere ciò che preferite per finire questa chiacchierata.

Per, Simon, Jeremias: Grazie per l’interesse verso la nostra musica!