AA.VV., Terminal Decay (International Compilation Lp)

Terminal Decay

Artcore  continua la sua campagna per mantenere viva la fiamma dell’originale spirito hardcore, il che in soldoni vuol dire pubblicare una ‘zine cartacea (tra l’altro di ottimo livello) contro ogni economicità/praticità e, non paghi, allegare di tanto in tanto alla stessa dei vinili, in genere ristampe di materiale d’epoca oggi difficilmente reperibile, come nel caso delle compilation American Unknown e Fuck Rock: ABC No Rio NYC 1991, oppure di singoli gruppi, come nel caso dei Beef People. Testimonianze del passato che sembravano dettate da mero spirito filologico e amore incondizionato per i pionieri dei bei tempi andati, anche se all’interno della ‘zine si parlava sempre di ciò che succedeva ai giorni nostri e di formazioni che continuavano a solcare stage e produrre dischi. Con Terminal Decay si colma il fossato e si sposa la vecchia compilation in vinile con gruppi in tutto e per tutto odierni (quindi nessuna vecchia gloria tornata in pista), un tentativo di ricreare la tipica situazione in cui il famigerato network di persone chiamato “scena” permetteva di abbattere – pur in assenza di internet – frontiere e solcare oceani. Al solito, scelte e motivazioni sono ben spiegate dalla pungente e lucida penna di Welly, che alla fine delle nutrite note di copertina fissa la sua tenacia in una frasetta lapidaria: “meglio accendere una candela che lamentarsi del buio”. Europa, Canada, Stati Uniti, ma anche America Latina e Australia, queste le provenienze di chi ancora crede nella possibilità di superare gli spazi fisici e tenta di scavalcare persino la rete virtuale grazie al vecchio vinile,  perché in fondo la scena esiste ancora, solo che ha perso parte della sua visibilità e rischia di scomparire sotto le fugaci luci frenetiche della comunicazione di massa. Inutile parlare dei singoli gruppi presenti, basti sapere che il livello medio tiene fede alla solida reputazione del selezionatore, uno che ha macinato chilometri e registrato dischi con i suoi Four Letter Word e manda avanti da ben venticinque anni una delle migliori fanzine hardcore in circolazione. Ovviamente, si tratta di hardcore vecchia scuola, grezzo, spesso irruente, ma dotato di un tiro micidiale e di quella passione che arriva dritta al cuore senza passare dal via. Al solito, il vinile si accompagna al nuovo numero di Artcore che vede sfilare tra gli altri Amebix, Night Birds, Arctic Flowers, Agent Orange, MDC, Alec MacKaye e molti altri ancora. Per contatti o ordinare zine+vinile: www.fourletterword.org.uk/artcore

Tracklist

01. 1981 – Nightmare/Reality (Finland)
02. The Rebel Spell – No Thanks (Canada)
03. The Furloughs – Contempaltion Camp (U.S.)
04. Bad Sam – Black John Wayne (Wales, U.K.)
05. Arctic Flowers, Ascension (U.S)
06. Fracaso – Miradas (Venezuela)
07. Knuste Ruter – Game Over (Norway)
08. Agent Attitude – Can’t Have Me (Sweden)
09. 40 Hells – Moral Logic (U.S.)
10. Hygiene – Asbestosis (England, U.K.)

Side Two

11. Night Birds – Paranoid Times (U.S.)
12. Ruidosia Inmundicia – Blanco Y Negro (Austria)
13. Burnt Cross – Break The Law, Not The Poor (England, U.K.)
14. Off With Their Heads – Rikki Rae (U.S.)
15. DHK – Y Si No Estas Preparadx (Peru)
16. Endless Grinning Skulls – Squalor (England, U.K.)
17. Vengeance – Bullshit Attitude (Germany)
18. Pettybone – Le Regard (England, U.K.)
19. Estranged – The Ride (U.S.)
20. Burning Sensation, Terminal Decay (Australia)